Tessuti abbigliamento

Shein: vestiti a poco prezzo… ma a che costo?

Negli ultimi anni, Shein ha conquistato il mondo della moda online con migliaia di capi a prezzi stracciati e un catalogo in costante aggiornamento. Ma dietro il fascino del “fast fashion” si nasconde un lato oscuro: la presenza di sostanze tossiche nei tessuti utilizzati per produrre molti di questi capi.

Facciamoci una domanda: come può un vestito costare 5 euro? O un top 2,99? Per arrivare a quei prezzi ridicoli, da qualche parte si deve risparmiare. E spesso si risparmia su:

Le condizioni di lavoro, che in molti casi sono al limite dello sfruttamento.

I materiali, che sono scadenti e trattati con prodotti chimici aggressivi.

I controlli, che praticamente non ci sono.

Sostanze pericolose nei tessuti

Diverse indagini indipendenti, tra cui quelle condotte da Greenpeace e altre ONG, hanno trovato nei capi Shein tracce di:

Piombo, una sostanza tossica legata a danni neurologici e sviluppo cognitivo nei bambini.

Ftalati, usati per ammorbidire plastica e tessuti, interferenti endocrini noti.

Formaldeide, un conservante chimico che può causare irritazioni, allergie e, in esposizioni prolungate, anche tumori.

Tutte queste sostanze non sono solo un rischio per chi indossa i vestiti, ma anche per chi li produce e per l’ambiente in cui vengono smaltiti.

come riportato da fonti autorevoli quali SkyTg24 (https://tg24.sky.it/cronaca/2024/08/29/shein-tessuti-tossici) e Repubblica (https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/08/28/news/shein_vestiti_tossici_test_tedesco-423466094/) Questi composti chimici possono causare problemi di salute sia a breve che a lungo termine, come irritazioni della pelle, allergie e, in casi estremi, disturbi endocrini o neurologici.

Un pericolo invisibile per la pelle e per il pianeta

Quando acquistiamo capi contaminati da sostanze chimiche, non solo mettiamo a rischio la nostra salute, ma contribuiamo anche a un ciclo di produzione insostenibile. Questi tessuti, una volta buttati, rilasciano nell’ambiente microplastiche e residui chimici pericolosi per la fauna e le falde acquifere.

Cosa possiamo fare?

Diffondere consapevolezza: parlarne è il primo passo per cambiare.

Informarci: leggere le etichette, ricercare il brand, chiedere trasparenza.

Acquistare meno e meglio: prediligere capi durevoli, magari realizzati in fibre naturali certificate.

Sostenere il Made in Italy e i piccoli artigiani, che spesso garantiscono materiali di qualità e produzione etica.

Conclusione

Il vero costo della moda low-cost non è quello che leggiamo sull’etichetta, ma quello che paghiamo in termini di salute e ambiente. Scegliere con cura ciò che indossiamo è un atto di rispetto verso noi stessi, gli altri e il pianeta.

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